I miei vestiti

Allora, premetto che io odio gli stilisti per il loro modo di fare. Insomma diciamolo fra noi, passano tutto il tempo a disegnare vestiti (secondo loro alla moda) ma che poi nessuno indossa per la loro bruttezza.

Ma non sto scrivendo per criticare gli stilisti ma per parlare dei miei indumenti.

Ogni volta è una tortura (intendo quando arriva il momento di recarsi allo spaccio per fare compere). Mia madre inizia a parlare a vanvera dicendo cose del tipo: “Guarda che bello questo maglione! No, ma hanno solo la L! Uh, guarda questo …” tanto che io inizio a perdermi un po’.

Individuato il vestito da provare, mi reco nel camerino, il quale, come tradizione vuole, deve avere una o più grucce per terra o sull’attaccapanni.

Esco dalla cabina per farmi vedere da mia madre, le cui opinioni sono quasi sempre il contrario delle mie: ad esempio, se lei pensa che la felpa in questione sia bella, io invece credo che non sia adatta a me e viceversa.

Un altro fatto, questa volta misterioso, riguarda la mia biancheria e quella dei miei fratelli: voi mi dovete spiegare il perché mi trovo sempre le mutande piccole di Francesco (che saranno sulla taglia 38) al posto delle mie che ritrova lui nel suo cassetto. Io dico che c’è un po’ di differenza nella grandezza, no?

Oppure vaga per mesi e mesi, nel mio cassetto, un calzino solitario e non si sa che fine abbia fatto il suo compagno. Forse sta ancora facendo migliaia di lavaggi ma nessuno lo sa.

Insomma, pensate un po’ come sono messo!