Capitolo 7 – Urli nella notte

“Atun! … Atun! …. Svegliati, ti prego!”
“Ma smettila, con sto qua ci vuole ben altro che delle parole gentili, adesso ti faccio vedere io come si sveglia un semidrago!”
Friest iniziò la fusione:
“Sveglia beota!” gli gridò nella mente
“Ehi!”
“Visto?”
“Visto cosa? Come si distruggono le carovane?” gli sbraitò Atun
“Prima cosa: la carovana è bruciata per colpa di quel leone che è rotolato. Non per colpa del mio centro perfetto, secondo, stavo parlando con Alexandra non con te. A proposito …“
“Ora cosa si fa?”
“ehi fammi finire la frase! Bene, ora cosa si fa?”
“Ma è quello che ho detto io!”
“Sì, però io sono il capo”
“Tsk, da quando scusa?”
“Da quando ho più anni di tutti voi”
“Ah parla quello che solo una settimana fa era in un uovo”
“Quante volte te lo devo ripetere che sono stato per mille anni sotto forma di uovo?”
“Si da il caso che sei ancora una lucertola ingrassata e nient’altro, poi quando diventerai più grande ci ragioneremo su“
“Lucertola io ?”
“Calma ragazzi, calma!”
“Togliti di mezzo Brint, qui c’ è una lucertola che vuole fare il capo”
E buttò per terra il fratello
“Ehi tu non mi tratti così!”
“La smettete di litigare? Guardate piuttosto” disse Alexandra
“Edon!”
“Che?”
“Fratellino, Edon è la terza città più importante dell’ Oadsden”
“Mai sentita”
“Lascia perdere. Piuttosto perché non ci fermiamo lì un po’?”
Friest bruciacchiò i capelli di Atun con una fiammata.
“Direi che è un sì”
“Guardate che bello ragazzi!”
disse Alexandra, incantata, dallo spettacolo che forniva il tramonto, illuminando le case e il grande campanile di Edon di un bagliore rossastro, poi un’ aquila gigantesca volò sopra di loro
“AHHHH”
“Cosa c’ è Friest?”
“L-Lì” disse indicando il campanile, dove la grande aquila si era sistemata. E ora lì stava guardando con degli occhi profondi
“Ok ragazzi, quell’ aquila non mi piace, accampiamoci qui, e niente fuoco stasera.”
I ragazzi si accamparono, e per la carenza di fuoco, dovettero stringersi nelle loro coperte, poi a notte fonda un grido si alzò dalle mura cittadine.
“L’ aquila” dise Atun teso
“ E l’ istinto draghesco ritorna! Bruciacchiamo qualcun’ altro?”
Atun fulminò Friest con lo sguardo
“Ok stai calmo, era solo un’ idea”
“L’acquila, non c’ è più” continuò Atun, guardando il campanile
“Non penserai che …” Azzardò Brint
“Un semiaquila?” Sì, proprio quello”
“Ma perché tutti i semi -qualcosa devono essere cattivi tranne te?” chiese Brint
“Boh, fatto sta che è stata l’ aquila”
“Ahhhhh” un’ altro grido si levò dal cielo
“E due” contò Atun
“Dobbiamo fare qualcosa!” disse Alexandra, tesa
“E cosa? Di sicuro è più veloce di noi, meglio se ce ne stiamo qui buoni. Poi domani se l’ aquila non c’ è più entreremo in città. Intanto cercate di riposarvi”
Anche se non fu così semplice. Dato che la notte fu piena di urli agghiaccianti e il freddo era come un coltello che lacerava la pelle.