Oliver Twist
Cari compagni e cara prof,
il libro che ho appena finito di leggere, forse già conosciuto da molti, s’intitola “Oliver Twist”, scritto da Charles Dickens, uno dei più importanti romanzieri di tutti i tempi.
Questo libro parla di un orfano di Londra, chiamato Oliver Twist. Un ragazzino che vive una vita triste e priva di emozioni. Viene preso come apprendista da uno spazzacamino ed è costretto a lavorare tutti i giorni.
Mentre leggevo questo libro pensavo “Per fortuna non sono nato in quell’epoca”, ma soprattutto “Quanto sono sfortunati quei bambini”.
L’autore è molto bravo a spiegare la vita che si faceva a quei tempi in Inghilterra. Descrive in modo molto efficace il cambiamento radicale che subisce la società ma soprattutto il modo di vivere della gente con la rivoluzione industriale.
Questo libro parla dello sfruttamento giovanile, di bambini costretti a lavorare tutti i giorni. Nella mia mente mi immagino questi bambini tristi, sporchi, stanchi, nella loro faccia quasi si legge che sono insoddisfatti della vita. Oggi è strano pensare e trovare dei bambini in queste condizioni emotive, ad eccezione di alcuni posti.
E mi fanno pena perché non si godono la propria infanzia, una delle tappe più importanti della vita, dove sei libero dai pensieri e da ogni tipo di problema, dove lasci che la fantasia si impossessi di te. A questi bambini tolgono anche un’altra cosa molto importante: la scuola. Infatti la maggior parte dei bambini era analfabeta.
Questo mi fa ragionare sull’ambizione degli uomini di fare soldi, tanta da sfruttare dei poveri bambini indifesi, e dall’altra parte la povertà di alcune famiglie costrette a mandare i propri figli a lavorare per poter sopravvivere.
Questo libro mi ha davvero appassionato, forse, però era un pochino complicato, infatti a volte perdevo il filo del discorso e tornavo a leggere le pagine precedenti.
Spero che chi legga questo libro provi le sensazioni che ho provato io e rifletta come ho fatto io.
Ciao da Maurizio.
Jenny Poletti
30 Novembre 2008 - 20:22 ·Caro Maurizio,
ti ringrazio per le tue riflessioni sul libro. La tua lettera è articolata e tratta diversi aspetti del romanzo, dimostrando che sei stato un lettore attento e sensibile.
Se il libro ti è piaciuto, forse puoi confrontarlo anche con il film uscito recentemente. L’hai visto? Anche il film riesce a rendere in modo molto efficace le atmosfere cupe del libro con una prevalenza di colori grigi e smorti. Gli attori sono molto bravi, soprattutto quelli che recitano nelle parti dei carcerieri di Oliver. Mi ha colpito in particolare la figura ambigua di Fagin, il ricettatore. Tu come l’hai vista? Qual è la sua filosofia di vita e cosa lo spinge ad agire in quel modo, avviando al crimine e sfruttando ragazzini poveri?
Secondo te cosa impara Oliver dalle sue esperienze dolorose? Tu hai avuto esperienze dolorose che ti hanno insegnato qualcosa?
Se poi ti è piaciuto questo libro ti consiglio un romanzo contemporaneo che racconta la storia vera di un bambino-schiavo. Si intitola “La storia di Iqbal” ed è presente nella nostra biblioteca di classe.
A presto,
la prof.
maurizioa95
2 Dicembre 2008 - 23:35 ·Cara prof,
non ho avuto l’occasione di vedere il film, anche se mi sarebbe piaciuto molto.
Io non ho ancora avuta una esperienza estrememente dolorosa, però ho imparato da mia nonna alla quale gli è morto il padre quandoo era piccola, senza che lei potesse mostrargli tutto il suo affetto.
Questo mi ha insegnato che bisogna cercare di dare tutto l’affetto e l’amore neccessario alle persone che vogliamo bene fin che siamo in tempo perchè la vita, pensando ai tempi della terra, è davvero corta.
Secondo me la povertà ai quei tempi era davvero troppa, ed era questo che spingeva la gente a fare brutte azioni.
Leggerò il libro che mi ha consigliato al più presto.
Arrivederci,
prof.