Bar Sport 2000 – il mito continua

Ciao ragazzi!

Sono qui per raccontarvi le nuove imprese del bar più divertente al modo: Bar Sport.

Il romanzo è di Stefano Benni e parla del bar Sport visto vent’anni dopo ed è per questo che s’intitola “Bar Sport 2000”. Tutti i vecchi amatori del bar sono ancora vivi, ad esempio le due vecchiette nell’angolo chiamate generalmente Clara e Lara; queste due pensionate insieme alle loro inseparabili palle di pelo (i loro cani) collezionano e godono dei mali altrui, si scambiano ricette per malattie orribili e blaterano in continuazione su tutte le malattie che possono capitare a un povero essere umano.

Oppure ci sono le descrizioni di tutti i banconi da bar possibili e immaginabili: tra cui il Transilvania superstar: un bancone di marmo nero con il nome “Dracula” inciso sopra. Il vero peccato è che il proprietario non apra prima di mezzanotte; un altro bancone storico è quello marino: il solito bancone che è decorato da conchiglie, oblò e mummie di aragoste. Tutte le sere il bar con questo tipo di bancone è affollato di marinai ubriachi (anche se si trova lontano chilometri dal mare) che sfasciano tutto con risse all’ultimo sangue e poi spariscono misteriosamente. Gli avventori di questo bar dopo la seconda birra cominciano a soffrire il mal di mare e chiedono al barista quando si conclude la traversata; questo bancone è sempre attaccato da stormi di gabbiani affamati che mangiano a sbafo tutta la spazzatura del bar e riempiono di guano il bancone ma la cosa più strana che circonda questi tipi di bar sono le ondate che investono l’intero bar. Il caso più strano si è verificato ad Arezzo, sulle montagne, in un bar con questo tipo di bancone, quando il barista è andato ad aprire un’ondata di acqua salata ha portato via lui e una decina di clienti, solo tre vennero recuperati al largo delle Celebes; degli altri nessuna traccia.

Ma non solo, ci sono anche drink, nuove paste come la Polungona (parente stretta della Luisona) e tante novità in un nuovo e imperdibile locale e libro creati dal più geniale e divertente architetto da bar: Stefano Benni.

Ciao!