Mia nonna – ricordi del passato

Cara prof,

dopo vari tentativi e un po’ in ritardo sono riuscita a pubblicare il pezzo su mia nonna come mi aveva chiesto. Eccolo qua:

UNA PERSONA IMPORTANTE: MIA NONNA

Mia nonna ha 81 anni, ma è ancora instancabile come una ragazzina. Lavora e lavora e quando tutti sono stanchi lei continua ancora. Mi ha sempre accudito come una figlia e io le sono molto grata. Quando ero piccola e arrivavo a casa da scuola con l’autobus, la mamma era a lavorare e ad aspettarmi trovavo lei. Poteva piovere, nevicare, fare freddo o tirare vento e lei c’era.

Munita di un vecchio ombrello scuro a motivo scozzese, mi aspettava davanti a casa tutti i pomeriggi. Per me vederla era una certezza; sempre lei, con i sandali di cuoio, la gonna di tela pesante e un golfino di lana un po’ impeluccato. Quando arrivavo mi prendeva di corsa e dopo aver salutato il conducente, entravamo in casa. Io mi accucciavo contro il termo con una fetta di pane e nutella. Lei si sedeva sul divano, sistemava i cuscini e mi insegnava a scrivere o mi raccontava le storie della sua infanzia e della guerra. Spesso era ripetitiva ed amava raccontare l’episodio del suo primo incontro con mio nonno in una sala da ballo oppure della paura che provava durante i bombardamenti, tanto che ancora oggi se sente un rumore un po’ forte scatta come una molla.

Mi parlava anche della scuola ai suoi tempi, degli esercizi di bella scrittura, delle poesie imparate a memoria e del momento della merenda: lei era una delle poche a possederla.La sua merenda consisteva in una mela e si vergognava a mangiarla davanti a tutti perché i suoi compagni la guardavano così avidamente e così tristemente che spesso la divorava di nascosto o di ritorno da scuola. Verso sera ci appostavamo davanti alla finestra ad aspettare mia mamma, a volte anche per ore; io con lei non mi stancavo. Così ho trascorso la mia infanzia.

Mi ricordo altre cose che abbiamo fatto insieme, come ad esempio: dormire nello stesso lettone, quando mi faceva il bagno nel lavandino e quando seminavamo i piselli nell’orto. Questa cosa dei piselli era tutta una superstizione. Lei diceva che sarebbero nate le piantine solo se li avessi seminati io e il tutto perché un anno che ne avevamo seminate due file, una io e una lei, erano germogliati solo i miei.

Per questo motivo mi faceva stare un giorno intero a casa dalla scuola materna e ci divertivamo un mondo a seminare, annaffiare ecc. Ecco, una sua grande passione è sempre stata l’orto. Ne ha uno bello grande e lo cura come un neonato. Segue precisamente i calendari lunari e si fa accompagnare in giro da mia madre solo se deve andare a comprare delle piantine di verdura, dei bulbi o dei semi. Lavora dalla mattina alla sera come una forsennata. Certe volte, devo dire, esagera un po’ con il lavoro e va da mia mamma, tutta sudata e con il cuore a mille, per farsi aiutare; mia madre, preoccupata per le sue condizioni, minaccia di toglierle l’orto e la invita a rispettare i limiti imposti dalla sua età. Io però so che non lo farebbe mai, perché per la nonna l’orto è un’occupazione troppo importante, oltre a costituire motivo di orgoglio.

Un’altra passione di mia nonna è la cucina. Sa cucinare benissimo e di tutto, ma la sua specialità sono i dolci. Dalla sua cucina esce sempre un buonissimo odorino di vaniglia. Le sue specialità sono i bomboloni alla crema, la torta di tagliatelle e cioccolato e la torta di mele. Quest’ultima mi piace da morire, lei la prepara mescolando la ricetta di tre torte e vi assicuro che è una vera delizia.

Un’altra sua particolarità è quella di non perdersi mai una messa, una processione e addirittura dice tutte le sere il rosario. A mio parere è un po’ esagerata!

Io sono sempre stata bene con lei però devo ammettere che il suo carattere è un po’ difficile da decifrare. Certe volte è brontolona, scorbutica, testarda, altre è dolce, fa le battute, parla ed è disponibile. Questo suo comportamento in alcune occasioni provoca delle incomprensioni, soprattutto con mia sorella. L’unica che la capisce sono io, forse perché, come dicono tutti, siamo uguali. Ogni volta che la penso mi vengono in mente i pomeriggi che passavamo insieme e le nostre chiacchierate notturne e credo che senza di lei mi sentirei più vuota.

Per me, mia nonna è una persona importantissima e le voglio bene quasi come a una mamma.

MONICA