Che sudata!

Coinvolgente, divertente e duro. Insomma diciamo che ti mette alla prova. È un torneo di basket.

Il momento più emozionante è di sicuro la partenza. A volte può avvenire molto presto alla mattina. Quasi tutte le volte la scena è questa: arrivi al punto d’incontro camminando come “un orso marsicano”. Poi arrivano i compagni e lì risate assicurate. A volte volano dei “Bella fratello o “Bella vecchio”. L’allenatore chiama all’appello. Sono tutti presenti tranne il solito ritardatario che ci fa partire dieci minuti dopo il previsto. Ma attenzione! Si parte! I mezzi di trasporto sono il classico pulmino vecchio e arrugginito (ma è questo che caratterizza la società) e una macchina, di solito quella di mio padre.

Il viaggio può essere lungo da un’ora a cinque o sei ore. Purtroppo il momento di entrare in autostrada arriva sempre. Sapete perché dico così? Beh, perché in macchina spesso c’è un momento di assopimento e con tutte le cunette e le buche che ci sono è impossibile dormire.

Arrivati alla località che ospita il torneo la prima cosa che viene in mente a mio padre e all’allenatore è quella di parcheggiare l’auto. No no no carissimo, per parcheggiare devi girare tutta la città. Arrivati all’hotel è il momento che tutti aspettavano ansiosamente: l’assegnazione delle camere. Io non riesco mai ad essere insieme al compagno che vorrei, ma si tratta pur sempre di amici perciò lo accetto. Entra in camera! Metti a posto la valigia e quant’altro! Subito giù per il pranzo! Ah il pranzo, adorato da tutti noi. Spesso consiste in un buffet di verdure, primo, secondo e dolce.

Con la panza piena ce ne andiamo in branda e poi la classica passeggiata. In una città d’arte (come Pesaro) è molto interessante guardare i vari monumenti (ma cosa dico, l’unica cosa che interessa a tutti è il gelato). La mattina seguente si è pronti per la prima importantissima partita (quando quest’ultima cade alle 8:45 io vorrei tornare a casa).

È dall’esito del “match” che si vedrà l’umore dell’allenatore, il quale o può concederti il bagno in piscina o ti ritira il cellulare e ti manda in camera a calci nel sedere. Per motivi di igiene e per non far morire di puzza i prossimi avversari, la divisa va lavata con acqua e sapone e messa a stendere in balcone.

Ma non vorrei farla tanto lunga, perciò arriverò dritto all’epilogo.

A fine torneo si ritira la coppa (un momento sempre bello) poi si saluta la città e si fa rotta verso casa. Arrivati a destinazione si rimpiange sempre che tutto ciò sia finito.