Una trappola in bocca
Cara prof e cari compagni,
il titolo del libro che sto leggendo è “Una trappola in bocca”, e l’autore è Michel Lucet.
Questo narra le avventure di Cristina Boccaspina e del suo apparecchio dentale, il quale le ha creato una marea di guai, ad esempio a scuola, durante le vacanze estive, a casa con i suoi genitori e nelle settimane d’inverno passate in bianco.
È la prima volta che leggo un libro scritto da questo autore, e il suo stile mi incuriosisce molto, perché ti diverte e coinvolge nella lettura.
Michel vive in Normandia ed oltre ad essere un autore di romanzi, è anche un poeta.
Il personaggio che in questa storia più mi diverte è naturalmente la protagonista, cioè Cristina Boccaspina.
Le sue avventure sono buffe e in un certo senso assomigliano un po’ alle mie. Infatti anche io ho questo mucchietto di fili di ferro in bocca, e devo dire che non è affatto piacevole.
Durante la lettura ho provato a mettermi nei panni della protagonista, perché quando leggo con molta attenzione non faccio più caso a tutto ciò che mi circonda, quindi immagino anche il paesaggio e i diversi personaggi.
Il libro mi è stato consigliato da una mia amica, la quale me ne aveva parlato molto bene, allora ho deciso di leggerlo.
La parte che mi ha fatto più divertire è stato l’episodio in cui Cristina si è dovuta mettere l’apparecchio.
Avere l’apparecchio è veramente uno strazio, ma ci sono un lato positivo e un lato negativo: quello positivo è che comunque sai che quando ti toglierai l’apparecchio avrai dei denti favolosi, ma quello negativo è che fa molto male e la maggior parte delle notti vengono passate in bianco.
Anche lei prof, quando aveva la mia età, ha portato l’apparecchio?
Aspetto una sua risposta.
A presto,
la vostra Vale.
michelap95
9 Febbraio 2009 - 21:39 ·Cara Vale,
ho sperimentato le tue stesse sensazioni nel portare un chilo di ferro in bocca per ben due anni.
Ora che finalmente mi sono tolta quella trappola infernale un po’ ne sento la mancanza. In fondo ormai mi ci ero affezionata, faceva parte di me. Adesso non mi ricordo neanche più com’era portarlo.
Purtroppo sono tantissimi i ragazzi che si devono mettere l’apparecchio, è un’esperienza che non consiglio a nessuno.
ciao
Michi
giorgiac95
10 Febbraio 2009 - 22:06 ·Cara Vale,
anch’io ho portato l’apparecchio per 3 anni ed era una vera tortura(soprattutto se la dentista è la dott.ssa Ansaloni)però a differenza di Miki non ne sento la manacanza per niente è stata una liberazione.
Tornando al libro anch’io l’ho letto e l’ho trovato molto divertente soprattutto volevo sapere il punto di vista di un altra persona sul portare un chilo di ferro in bocca !!!
Ciao ciao Gio
camillas96
14 Febbraio 2009 - 16:15 ·Ciao 😀 io porto l’apparecchio da 3 anni e mezzo e posso dirvi che averlo nn è un’esperienza affatto piacevole.
Ho sperimentato in questi anni molti tipi di apparecchi ed una mia amica di nome Ottavia ha sperimentato il peggiore di tutti cioè il “Baffo” o almeno noi lo chiamiamo così.
Questo aggegio è ingombrante ed orribile!!!!
Questo libro che stai leggendo mi incuriosisce molto e ti auguro una buona lettura!
Ciao ciao da
Cami 🙂
michelap95
15 Febbraio 2009 - 11:49 ·Cara Cami,
anch’io, come la tua amica Ottavia, ho sperimentato il “Baffo” (anche da noi si chiama così). Posso dire che un nome più azzeccato non si poteva trovare, perchè sembra proprio di avere due enormi baffi di ferro che spuntano dalla bocca.
Credo però che non sia il più terribile, ovviamente un po’ di male fa ma si riesce a sopportare abbastanza bene.
Il peggiore secondo me è “l’Espansore” che, conoscendone le finalità, mi mette molta paura.
Per concludere bisogna dire che, anche ostinandoci a voler trovare il migliore e il peggiore, gli apparecchi sono delle brutte bestie.
Ciao
Miki
matteop95
15 Febbraio 2009 - 12:30 ·Ciao Valentina!! Il titolo si ci addice per descrivere l’ apparecchio, con quelle 2 parole si ha gia detto tutto.. Non vedo l’ ora di toglierlo e so che srà presto (( altrimenti l’ ammazzo l’ Ansaloni!!:@)) Complimenti x il commento…
By PolLo