I Love Shopping Per Il Baby
Cari compagni/e,
ho appena finito di leggere un libro intitolato “I love shopping per il baby”, scritto da Sophie Kinsella.
Il libro parla dei nove mesi di gravidanza della protagonista Becky Blomwood, delle sue preoccupazioni, delle sue paranoie infondate, delle sue ansie mischiate ad un po’ di comicità e di sentimento.
Becky ha un modo tutto suo per affrontare le nausee dovute alla gravidanza e cioè comprare vestitini firmati e tanti giocattoli per la bambina o il bambino che nascerà.
Durante questo periodo, Becky è preda degli ormoni e perciò ad aiutarla ci saranno ovviamente suo marito Luke Brandon e la sua migliore amica Suze.
Inoltre la protagonista è convinta che la sua ginecologa, Venetia Carter, quella delle superstar, abbia una relazione con suo marito…
Secondo me la scrittrice essendo stata madre anche lei, voleva far sapere cosa ha provato in quei nove mesi: amore, ansia, preoccupazione, ma anche gioia, felicità e allegria, tutte quelle emozioni che ti senti addosso quando aspetti un bambino.
Questa collana di libri la consiglierei alle ragazze e (anche ai ragazzi) a cui piace fare shopping in modo sfrenato, che proprio non riescono a fare a meno di comprare!
Certo, anche a me piace fare shopping, molte volte però può diventare una fissazione e si rischia di spendere centocinquanta euro al giorno per dei vestitini di Armani, Dolce & Gabbana, per un bebè, come nel caso di Becky.
A me questo libro è piaciuto moltissimo per la trama e per la pazzia comica del personaggio, per la sua mania di comprare, per lo stile etc..
Beh, non mi resta altro che augurarvi buona lettura!
Ciao un abbraccio
😀 Gio 😀
Jenny Poletti
29 Marzo 2009 - 14:05 ·Cara Giorgia,
devo ammettere di aver letto anch’io un paio dei libri della Kinsella. Il primo in effetti mi aveva abbastanza divertito, ma come ho scritto nel messaggio a Michela, è importante essere consapevoli della qualità di ciò che si legge. Questa è lettura di intrattenimento (non si tratta proprio di letteratura): serve soprattutto a rilassare e divertire, non ha grandi pretese.
Inoltre dopo un po’ trovo che la mania della protagonista diventi noiosa: come lettrice avrei desiderato vedere un’evoluzione in Becky, invece resta fin troppo fedele a se stessa. Ciò che salva il tutto è l’autoironia della voce narrante che rende più gradevole la lettura. Trovo inoltre che questa dipendenza da shopping sia estremamente pericolosa e diffusa e va presa piuttosto seriamente (chiaro che quasi nessuno arriva ai livelli della protagonista che rischia di sprofondare nel baratro dei debiti un giorno su tre).
Direi che ora puoi tornare ai classici, per verificare la differenza! Passa a Jane Austen, te lo consiglio!
A presto,
la prof.