Extraterrestre alla pari
Cari compagni /e,
a settembre, quando il laboratorio di scrittura era ancora agli inizi, ho preso in prestito dalla biblioteca di classe “Extraterrestre alla pari”. L’autrice è Bianca Pitzorno e non vi torno a parlare di lei perché sull’argomento ci sono abbastanza informazioni qui sul blog. Il libro non è un’avventura fantascientifica come può suggerire il titolo, ma, al contrario, narra le vicende di un extraterrestre sul nostro pianeta.
Prima di parlarvi del contenuto del libro ci tengo a consigliarlo a chi pensa che l’essere maschio o femmina sia una cosa fondamentale o a chi pensa che un sesso o l’altro sia migliore del proprio.
Il libro parla di un extraterrestre di undici anni, Mo, il quale viene portato sulla Terra e affidato a una coppia di sposi priva di figli. In tutta la storia c’è un elemento che si capisce poco: l’epoca di questa narrazione è misteriosa, sembra di essere negli anni cinquanta, quando le donne venivano definite “buone” solo a badare ai figli, a fare le mantenute dai mariti e a portare la gonna, ma allo stesso tempo sembra di essere immersi nel futuro. Infatti sono già state scoperte altre popolazioni aliene (con tanto di astronavi) e vi sono comunicazioni costanti tra una e l’altra. La stessa cosa accade per il pianeta di Mo e per la sua popolazione : rispettivamente Deneb e i Denebiani (la stella Deneb esiste davvero ed è nella costellazione del Cigno).
Tutto pare procedere bene. Mo è sano, contento, somigliante in tutto e per tutto a un comune bambino, ma c’ è un piccolo problema: non si sa se Mo è un maschio o una femmina. Ciò accade perché su Deneb il sesso di ciascun essere viene scoperto all’età di cinquanta anni. Per questo futile motivo iniziano grandi sconvolgimenti: prima il protagonista è un maschio, poi una femmina e poi di nuovo un maschio e poi …. Insomma i genitori terrestri dicono di volere bene a Mo, ma non si accorgono di portarlo all’esasperazione con questa strana storia del sesso che all’extraterrestre pare insensata. Il finale lo lascio aperto così che possiate leggere il libro senza sapere già come si conclude.
Questo libro mi ha fatto riflettere su quanto sia importante per noi un aspetto come l’essere maschi o femmine. In genere si crede che le donne debbano essere dolci, piagnucolose, che siano più deboli e meno intelligenti, che debbano essere amiche solo di altre donne, mentre i maschi debbano essere per forza forti, arroganti e più intelligenti. E a chi pensa questo rivolgo delle domande: chi ve lo dice che debba essere tutto così ? Chi l’ha deciso? E se siete maschi non vi è mai venuta la voglia di piangere e non lo avete fatto per mantenere le vostra reputazione? Bè, questo libro parla proprio di questo e di come si giudichino facilmente le persone solo alla prima apparenza.
Tanti saluti,
MONICA.
valentinar95
23 Novembre 2008 - 11:35 ·Cara Mony,
sono proprio d’accordo con te nel dire che non si deve giudicare una persona solo alla prima apparenza.
Comunque, dalla tua descrizione, il libro mi ha ispirato molto, e penso che lo leggerò al più presto.
Tanti saluti,
Valentina.
Jenny Poletti
30 Novembre 2008 - 22:01 ·Cara Monica,
in effetti il libro ha come tema proprio gli stereotipi di genere e l’importanza estrema che diamo al sesso di appartenenza di una persona. Anche questo è un modo per creare delle etichette e sono d’accordo con la scrittrice quando critica la presenza di categorie così nette all’interno della nostra società.
Anch’io non sono per niente convinta che una bambina debba per forza amare le bambole e il rosa. E’ vero però che esistono differenze fra uomini e donne. Ad esempio nel modo di comunicare. Addirittura negli Stati Uniti, all’università esiste una materia che si chiama proprio “Gender Communication”, in cui si studiano le diverse modalità comunicative di uomini e donne. Anche il brano di Michela “Tre buone ragioni per andare in bagno insieme” dà un chiaro esempio delle differenze nella sensibilità, nel modo di rapportarsi con le amiche delle ragazze rispetto ai loro coetanei.
Credo che la cosa importante sia non “cristallizzarsi” e non “ingabbiare” l’altro, sia uomo o donna, ragazzo o ragazza in un’immagine fissa e stereotipata perché ridurremmo la persona ad una maschera.
Trovo il tema interessante, ma secondo me il romanzo non è dei più riusciti della Pitzorno. E’ troppo desideroso di dimostrare una tesi e secondo me la vicenda non è molto coinvolgente. E’ l’unico della Pitzorno che ho abbandonato senza finirlo, pur avendone letto più della metà.
Tu come lo giudichi rispetto agli altri?
E cosa dici delle differenze fra maschi e femmine?
Buona serata,
la prof.
monicar95
1 Dicembre 2008 - 18:33 ·Cara Prof,
penso anch’ io che “Extraterrestre alla pari” non sia uno dei libri meglio riusciti di Bianca Pitzorno.Effettivamente si nota molto bene che tenta di dimostrare delle tesi. Però io penso che siano tesi importanti di cui ci sia bisogno di parlare. E’ anche vero che ci sono delle reali differenze tra un sesso e l’ altro, però esse cambiano da individuo a individuo e non bisogna generalizzare.Una cosa che ho notato è che spesso fin da piccoli si tende a creare delle differenze.Per esempio, i vestiti per maschietti fin dalla nascita sono azzurri ,i giochi che spesso vengono dedicati ad essi sono prevaletemente destinati a sviluppare le conoscenze pratiche e la mente,come le costruzioni e i giochi scientifici. Per le femmine,invece, i vestiti sono rosa, i ghiochi sono mirati soprattutto a sviluppare il senso estetico e il senso di maternità con giochi come le bambole ,i trucchi ecc.Questo viene evidenziato molto bene anche nel libro, dove i genitori adottivi non sanno come trattare Mo perchè non sanno se è maschio o femmina.
Spesso noi femmine abbiamo difficoltà a capire i maschi,proprio a causa delle differenze che ci sono, ma penso che anche loro abbiano problemi a capire noi,specialmente quando andiamo in bagno in 5 o 6.
Nonostante tutto ogni sesso ha le proprie qualità e i propri difetti e tutti e due sono necessari per la soprqavvivenza.
Tanti saluti,
Monica.