Brisingr – Pronostici e aspettative
Cari compagni,
purtroppo ho già finito “Brisingr” e ora mi tocca aspettare un altro anno per leggere l’ultimo libro. Uffa!!!!!!
La parte finale di questo romanzo è molto triste e la sensazione più forte che ho provato è la solitudine. Solitudine che mi è stata trasmessa dal protagonista in persona poiché è l’unico Cavaliere dei draghi rimasto che si oppone a Galbatorix, il tiranno che governa Alagaesia.
Avviene però un altro fatto che colpisce dritto al cuore il lettore, soprattutto se si è molto affezionati ad Eragon. Esso infatti scoprirà una cosa che cambierà radicalmente la sua vita, ma io non posso dirvi cosa, sta a voi scoprirlo. Nel libo però, credo che non sia descritta proprio benissimo o almeno, non passano del tutto le emozioni del Cavaliere. Io al suo posto avrei pianto di gioia e avrei urlato come una matta, e invece lui ha una reazione così contenuta che spegne tutto l’entusiasmo del lettore.
Be’, se lui non ha pianto, io l’ho fatto per lui e poi povero Eragon, in fondo non è colpa sua, è stato Paolini, l’autore.
Un’altra cosa che mi ha messo tristezza è il fatto che si inizia a capire che ormai la fine si sta avvicinando. Tutti i misteri si sbrogliano come se con il primo volume avessimo preso in mano una matassa di nodi ed ora stessimo per districarli tutti, fino alla fine.
“Brisingr” è stato scuramente il migliore dei tre volumi ma spero che il quarto mi sorprenda ancora di più, spero che mi faccia piangere come ci sono riusciti “Eragon” “Eldest” e “Brisingr”, ma anche ridere. Spero che mi lasci senza fiato e che mi faccia venire voglia di rileggerlo milioni di volte. Forse mi aspetto troppe cose da questo libro, diciamo che lo immagino come il libro perfetto e so che per me lo sarà comunque. So anche che lo amerò da morire per tutta la vita ma in fondo lo odierò anche, perché con esso si conclude “Il Ciclo dell’Eredità”. Il dialogo che più mi ha colpito è il seguente:
“Guardò Nasuada e chiese <E adesso?> Nasuada alzò il mento. <Adesso> disse <marceremo verso nord su Belatona, e quando l’avremo conquistata procederemo fino a Dras-Leona ed espugneremo anche quella. E poi a Uru’Baen, da Galbatorix, dove sarà vittoria o morte. Ecco che cosa faremo adesso, Eragon>”.
Questa frase è un po’ il succo di ciò che avverrà nel volume successivo. Magari per voi non ha nessun significato, ma io che seguo la storia ormai da anni, so che tutto questo comporta una guerra che si potrebbe definire mondiale, se la vicenda fosse ambientata sulla terra. Posso dedurre che morirà un personaggio molto importante altrimenti il libro risulterebbe poco emozionante. So che quel: “…e sarà vittoria o morte…” vuol dire che alla fine vinceremo ma sarà dura, molto dura e ci toccherà soffrire.
Spero anche che la storia d’amore fra Arya ed Eragon si concluda bene, se così non fosse al libro mancherebbe qualcosa per renderlo perfetto. Ho tanti altri pronostici sul nuovo volume, ormai credo di aver capito come andrà a finire ma… non voglio annoiarvi troppo.
Ciao ciao
Miki
matteop95
15 Febbraio 2009 - 12:22 ·Ciao Mikela!! E si… ti aspetti troppo da un libro… Perchè non ne scrivi uno tu?? Ce la puoi fare. Sicuramente non è facile, però con un po’ di buona volontà ci puoi riuscire. Non ho altro da agggiungere…
By PoLlo 🙂
Jenny Poletti
15 Febbraio 2009 - 13:24 ·Cara Michela,
dal tuo commento si sente che questi libri per te non sono un semplice passatempo, ma parte della tua vita. Ad un certo punto addirittura ti scappa un “alla fine ce la faremo” riferito ai personaggi del romanzo, proprio come se tu fossi una protagonista delle vicende narrate.
Mi ricordi molto me stessa alla tua età: anch’io mi tuffavo completamente nelle storie e quasi dimenticavo il mondo reale. A volte, mentre leggevo, mia madre mi chiamava, mi chiamava, mi chiamava… Io non la sentivo proprio: chissà com’ero lontana!
Questa è la potenza della lettura!
Comunque ha ragione Matteo: perché non scrivi tu un bel romanzo?
Io ti sostengo e faccio il tifo!
La prof.
michelap95
16 Febbraio 2009 - 20:45 ·Cara prof e caro Poletti,
quando avevo circa otto o neve anni, mi era venuta l’idea di scrivere un romanzo fantasy che parlasse di sirene e mostri sottomarini. Poi ovviamente l’idea si era come volatilizzata il giorno successivo e… addio romanzo. All’età di dieci o undici anni avevo iniziato a tenere un diario in cui avrei raccontato tutta la mia vita da bimba ad adolescente col desiderio, un giorno, di poterlo pubblicare. Poi anche quell’idea, dopo qualche mese, mi annoiava. Un giorno però mi piacerebbe riuscire a scrivere un diario di viaggio personale in cui viene descritto il mio viaggio in giro per il mondo, è solo uno stupido sogno da ragazzina ma spero che si possa avverare.
Ciao
Miki