Avvenimenti inaspettati – Capitolo 4

“Ma neanche per sogno! Secondo voi vi faccio andare fino ad Anticaen da soli? Sapete quanti pericoli ci sono ad attraversare mezzo Oadsten da soli?” sbraitò Rast.
“Dai pa’, tanto c’è Friest con noi!”
“Sentiamo, chi sarebbe questo Friest, Atun? Un drago?”
“Per la precisione un draghetto”
“Cosa? Tu hai un drago? Non ci credo nemmeno se lo vedo!”
“Allora ricrediti vecchio!” Friest ruggì, sbucando dalla porta.
“A-Aiuto! Cosa vuoi da me ? Non mi bruciare vivo! Atun, Brint, salvatemi!”
“Tranquillo pa’. Friest non farebbe male ad una mosca … credo”
“Almeno finché faccio quello che mi pare. E credo che le mie fiamme saranno incontrollabili se non ci farai partire.”
“No, non voglio perdere i miei figli per colpa di uno stupidissima lucertola!”
Arrabbiatissimo, Friest si avvicinò ad Atun. Gli occhi del ragazzo diventarono due fessure come quelli del drago, Atun senti l’energia e i pensieri del drago confluire dentro di lui. Le squame che aveva sul palmo diventarono più numerose fino a coprirgli tutta la mano, e per finire, tutto il braccio. Una lunga coda dorata sbucò dai suoi pantaloni, munita di squame acuminate, in breve tempo le squame soffocarono anche l’altro braccio e le gambe, i capelli di Atun fecero posto ad una cresta ossea che proseguiva su tutta la schiena per poi terminare sulla coda. Dalle dita delle mani e dai piedi sbucarono degli artigli affilatissimi. Il volto del ragazzo iniziò anch’esso a riempirsi di squame per poi allungarsi, poi ai lati della cresta ossea sulla schiena iniziarono a crescere delle protuberanze che in breve tempo si trasformarono in ali lucenti. E piano piano con la sorpresa generale Friest iniziò a scomparire per poi infilarsi come un fantasma nel corpo mutato di Atun.
La voce di Friest uscì dalla bocca di Atun: “Ecco cosa possono fare le sue “stupidissime lucertole”, caro signore, e lei deve sapere che ormai questo corpo non è solo di suo figlio, ma anche mio, adesso, quindi lo terrò il meglio possibile, e poi se lei mi chiama ancora così dato che ora Atun è diventato un semi-drago può anche sputare fuoco e dato che ha la bocca più grande della mia sputa anche fiamme più grandi e più potenti e anche perché in questo corpo ci sono due menti e guarda caso la mia mente è proprio quella che dà il comando di sputare vampate …”
“Va bene, mi hai convinto, comunque Atun non rimarrà per sempre così, vero?”
Questa volta si sentì la voce di Atun.
“Certo che no, papà, è solo uno stadio momentaneo che termina quando sia io che lui ci siamo calmati.”
Detto questo, Atun ritornò normale e Friest uscì dal suo corpo materializzandosi nel precisissimo punto dove prima svolazzava.
“Allora io vado a prendervi i cavalli, voi intanto andate a prendere delle provviste per il viaggio.”
Detto questo, Rast si dileguò tra le viuzze della città, dove si trovava la stalla di String, il miglior venditore di cavalli della città.
I due erano sul punto di uscire, pronti ad andare da Atral il macellaio per comprare una buona scorta di cibo per il lungo viaggio, quando vennero travolti dalla incantevole musica della chitarra di Alexandra, la giovane figlia di String. Brint per prevenzione prese Atun per la manica. Infatti, proprio come il fratello aveva immaginato, quest’ultimo iniziò a correre all’impazzata fino a che non rotolò per terra trascinando con sé il fratello. Alexandra si volse verso il nugolo di polvere. Abbozzò un sorriso quando si accorse che si trattava dell’ennesima ruzzolata di Atun. Infatti il ragazzo era incantato dalla ragazza, ma per colpa della sua timidezza non era mai riuscito a dichiararsi e ogni notte rimpiangeva di non averle detto niente.
“Ah, ecco a chi pensi sempre, non ci credo, come ho fatto a non pensarci? Peccato che tu sia così timido, perché stareste tanto bene insieme”
“Smettila! Ne ho già abbastanza di mio fratello. Non ti ci mettere anche tu!”
“Ma non ti stavo prendendo in giro! Comunque se vuoi posso aiutarti.”
“Aiutarmi con che cosa?”
“A dichiararti! Si vede lontano un miglio che ti piace!”
“Come se tu fossi affidabile!”
“Di sicuro lo sono più di te”
“Va bene, la chiamo?”
“Mi sa che non ce n’è bisogno comunque ora sta arrivando.. iniziamo lievemente la trasformazione per rimanere in contatto mentale”
E le scaglie sul suo palmo si ingrandirono, anche se non di molto, ma abbastanza per garantire il contatto.
“Che …”
“Atun !”
Il ragazzo si girò e vide Alexandra che gli stava correndo in contro
“Ma ti devi sempre ridurre così? Accidenti!”
La ragazza era alta, con una cascata di capelli mori che le cadevano fino alle spalle e degli occhi marroni come la corteccia di un albero.
“Non è che le piaci?”
“Non lo so”
“Senti, se il sentimento è reciproco buttati e non rompere! Mi sto stancando della tua indecisione! Stai calmo,
poi se il sentimento non è reciproco, ti scuserai e sarà tutto a posto.”
“Va bene”
“Atun, scusa per prima, mi dispiace che ti debba trovare sempre per terra”
Atun si alzò e Friest lo rassicurò in una lingua strana che non aveva mai sentito, ma si sentì più sicuro di sé.
Le si avvicinò.
“Sai perché cado sempre per terra quando ti vedo? Magari per colpa di mio fratello o di qualcos’altro? Perché ti amo.”
Atun le si avvicinò finché le loro labbra non si incontrarono. Atun tentò ogni cosa pur di non perdere i sensi, e allora in pochissimo tempo Friest uscì da quella specie di fusione, le scaglie tornarono al loro posto e Friest spuntò una vampa di fuoco che spaventò i due.
“Congratulazioni!”
“Friest ! cosa combini!”
“Che bello! Un drago! È tuo, Atun?”
“Sì, si chiama Friest e ha anche la fiamma facile, non è vero?
Il draghetto sbuffò indispettito.
“Però è simpatico”
“Quando vuole sì”
Friest riaprì il contatto con Atun
“Visto che avevo ragione?”
“Va bene, però non dirlo a Brint”
“Mi sa che non ce n’è bisogno: guarda là!”
Atun si girò e vide il fratello con la bocca spalancata e che riusciva a stento a stare in piedi.
I due trattennero una risata.
“Alexandra, vieni a casa subito! Basta spettacoli per oggi!”
Urlò String.
“Ciao” disse Alexandra congedandolo con un altro bacio, e corse via.
Dopo poco tempo Brint si riprese.
“Fratello, non so come tu abbia fatto a vincere la timidezza ma sei stato fantastico!”
“Grazie, ma ora è il momento di andare a prendere le provviste, non voglio che papà si arrabbi con noi perché abbiamo fatto tardi.
I due si incamminarono per le strade della città anche se per Atun volare sarebbe stato più appropriato. Data la sua felicità.