Dentro l’Astuccio

Cara prof,

ecco qua il testo che mi aveva chiesto di pubblicare….le chiedo scusa per il ritardo!

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Ci sono tanti modi per ricordare il passato o gli avvenimenti.

Si possono usare le foto, i filmati, i quaderni delle elementari o i racconti delle persone che ci conoscono fin da piccoli come i genitori.

Io utilizzo un metodo un po’ diverso: i miei vecchi astucci.

Disordinata come sono non li ho mai disfatti e ogni piccolo oggetto mi fa venire in mente un aneddoto o qualche curiosità. Qui sotto mano ne ho uno a caso di cui non ricordo l’“annata “.

Lo apro, la prima cosa che vedo è una normale colla in stick. Voi penserete che sia un oggetto insignificante, ma per me è importante. Mi ricordo che con le mie amiche delle elementari andavo d’accordo e uno dei pochi e stupidi litigi che abbiamo fatto è iniziato proprio grazie a una colla in stick.

Questo indizio mi porta ad avvicinarmi alla datazione dell’astuccio… lo so che ci si poteva arrivare prima, però ora ho la prova certa che non risale alla medie.

Un po’ perché di litigi per una colla non ne ho mai fatti e perché a confermare l’ipotesi trovo un frammento di vernice rossa.

Essa ricopriva le staccionate di ferro nel cortile della scuola e io, ma in genere tutte, amavamo arrampicarci sopra e fare le acrobazie come scimmie ammaestrate. Ma cosa ci faceva un pezzo di vernice nel mio astuccio? Ora ricordo che c’era un punto in cui essa si sgretolava a scaglie e forse ne avevo presa una.

Proseguiamo la ricerca. Identifico un piccolo elastico (rotto) viola con i brillantini. Non mi dà nessuna informazione diretta, però pensandoci bene…  Ah! Sì, è vero! C’era una mia compagna di classe (un po’ svitata) che adorava le cianfrusaglie e tutti i giorni portava a scuola un astuccino destinato a tutte le piccole cose inutili che trovava. Lo teneva con cura maniacale, tutto chiuso, ben riposto nello zaino e ci metteva ad esempio: brillantini di maglie, mozziconi di gomma e di gesso, ciondolini, pezzetti di carta, adesivi, elastici o bianchetti finiti. Qualsiasi cosa le chiedessi, te la dava solo in cambio di una cianfrusaglia. Per questo le chiedevo qualcosa solo in caso di emergenza e tenevo sempre un elastico rotto o un brillantino nello astuccio, pronto per essere scambiato.

E questo che cos’è? Un foglietto scritto su entrambi i lati. Da una parte le prove di scrittura con la destra (sono mancina)e ricordo la mia ostinazione a voler saper scrivere con due mani. Dall’ altra un elenco di nomi. Vi starete sicuramente chiedendo a cosa servissero. Nella nostra classe c’era l’abitudine di fare un giochino chiamato “cambio astuccio” cioè due persone si scambiavano gli astucci a vicenda e ognuno usava il materiale dell’altro. Io tenevo l’elenco delle persone a cui prestavo il mio astuccio solo per curiosità. Anche se mi stupisce vedere che c’era solo un giorno in tutta la settimana in cui usassi il mio astuccio e non quello di un’altra.

Opsss! Mi è caduto un altro foglietto! C’è scritto “Abbasso la A”. Io sono sempre stata e sono tuttora in B, ma alle elementari non c’erano sei o più sezioni come ora, ma solo due. Le classi non collaboravano fra di loro, anzi si era creata una specie di competizione alimentata dal fatto che le nostre maestre confrontavano il lavoro svolto e si lamentavano di noi, non ritenendoci allo stesso livello dell’altra sezione.

Come è ovvio eravamo perennemente (perlomeno noi femmine) in battaglia, e mi ricordo con quanta irritazione giudicassi “quelle della A”. E pensare che erano le mie migliori amiche della materna e che ora ne ho tre in classe e ci sono molto affezionata. Se penso a come le giudicavo mi stanno quasi antipatiche, mentre se le penso adesso le vedo come vere amiche, insomma le vedo doppie! Non è che mi stanno venendo le traveggole? Sicuramente ero condizionata ed ora mi dispiacerebbe perderle.

Non devo dilungarmi in chiacchiere e quindi proseguo … Ah! Ecco una biro colorata rotta !Vi chiederete che significato abbia.

Con una mia amica, oltre a litigare, fare la scimmia ammaestrata e fare “cambi astuccio” avevamo aperto anche una specie di officina. Non un’officina qualunque, una sottospecie di pronto soccorso per biro o qualsiasi oggetto da cartoleria mal funzionante.

In quel modo una biro che non andava veniva rimessa a nuovo e un evidenziatore farlocco funzionava a meraviglia. Ci sentivamo dei veri dottori con tanto di strumenti operatori artigianali.

Questo astuccio racchiude altre biro e altri oggetti che però non rappresentano alcun ricordo, perciò lo chiudo e con esso conservo parte del mio passato.