La ragazza che toccò le nuvole – Recensione
Cara prof e cari compagni,
quest’estate, durante le vacanze, ho letto un bellissimo libro, intitolato “La ragazza che toccò le nuvole”.
L’autrice è Rita Murphy, ed era il suo primo libro che leggevo e il suo modo di scrivere mi è piaciuto molto.
Nella scelta del libro mi ha aiutato il titolo, infatti mentre osservavo i diversi generi, subito dopo, mi sono soffermata su questo libro e mi ero decisa che il giorno successivo sarei andata in biblioteca per prenderlo subito in prestito.
Questo libro, mentre lo leggevo, mi trasmetteva tantissime emozioni, per questo motivo mi rendeva felice, me allo stesso tempo anche un po’ triste.
L’ho letto tutto di un fiato, perché per ora, è stato l’unico libro ad avermi appassionato così tanto.
Per me un libro ha molto significato, perché con l’immaginazione e la fantasia, puoi viaggiare alla volta di mondi sconosciuti.
Tornata a scuola ho parlato benissimo di questo libro ad una mia amica, e le ho chiesto se lo avesse mai letto. Lei mi rispose di no, ma da come lo avevo descritto le ha ispirato molto, e quindi le avevo consigliato di leggerlo.
Ora, vi farò un brevissimo riassunto del libro:la protagonista, chiamata Georgia, non conosce alla perfezione il suo passato. La sua famiglia ha un grande capacità: quella di volare. Dopo diverse imprese, Georgia riesce a ritrovare la sua vera madre, e alla fine… Lascio continuare a voi, perché altrimenti vi direi già come finisce, e il bello è proprio lì!
La storia di questo libro me ne ha ricordato un altro, ed è Tornatràs, che sto tuttora leggendo. Me lo ha ricordato, perché anche in esso si racconta la perdita di un familiare molto vicino.
Il personaggio che più mi ha colpito e che mi ha più appassionato, è stato il protagonista: Georgia.
Lei prof ha mai letto un libro di questa autrice?
Se sì, quale?
Aspetto con ansia una sua risposta.
Con affetto
Valentina.
Jenny Poletti
19 Ottobre 2008 - 14:52 ·Cara Valentina,
non ho mai letto il libro di cui parli, però mi hai incuriosito. Ho cercato notizie sull’autrice e sui suoi romanzi e mi pare che in Italia, per ora, abbiano pubblicato soltanto questo. Ho visto che è presente in diverse biblioteche, sia a Modena che a Bomporto, come dici tu, quindi magari lo prenderò in prestito.
Ho trovato su un sito un’intervista (in inglese, purtroppo) alla scrittrice in cui lei spiega come le è venuta l’idea del romanzo e in particolare come mai ha deciso di dare il talento del volo ai suoi personaggi.
Dice che in realtà lei stessa ha paura di salire sugli aerei e che da piccola era rimasta colpita dai racconti sulla vita di Santa Teresa d’Avila. Quest’ultima era una suora che, mentre pregava, entrava in uno stato d’estasi e spesso capitava che levitasse. Addirittura pare che dovessero metterle delle pietre nelle vesti, per evitare che toccasse il soffitto. Questo racconto è rimasto impresso nella scrittrice e un giorno si è messa a scrivere tutto ciò che le veniva in mente e così è “sgorgata” la prima frase del suo romanzo: “Le donne della famiglia Hansen hanno sempre volato di sera, anche con il cattivo tempo”.
Mi è piaciuto molto quando la scrittrice nell’intervista afferma che secondo lei tutti noi siamo molto più potenti di quello che crediamo. Lo penso anch’io. E tu?
Perché mi consiglieresti il libro?
La prof.