La lettura

La lettura è quella che si potrebbe considerare un’attività fondamentale dell’essere umano, come parlare, camminare, pensare.

Saper leggere è una delle attività che distingue gli uomini dagli animali. Sono comunque convinta che se ne avessero la capacità leggerebbero più di noi uomini.

Arrivati a una certa età della nostra infanzia si dovrebbe imparare a leggere. Anzi, è quasi obbligatorio perché, con l’inizio della scuola, saper leggere è fondamentale.

In fondo però credo che l’importante non sia saper leggere ma avere voglia di leggere. Questa infatti è tutta un’ altra questione.

Molti dicono che per loro la lettura è noiosa e io rispetto la loro opinione.

Io, invece, sono una di quelli che hanno voglia di leggere e che amano la lettura.

Da quando ero piccola ho iniziato a leggere libri di100 o 200 pagine, come quelli di Petrosino o di Geronimo Stilton e devo dire che ancora adesso mi piace andare a rileggerli. Poi con l’aumentare dei miei anni sono cresciute anche le pagine fino ad arrivare a 1000 e passa con “Le cronache di Narnia” e “Il Signore degli Anelli” (che però devo ancora leggere).

Nella mia famiglia la lettura è quasi un’attività sconosciuta. Fatta eccezione per mia madre che ha fatto qualche tentativo con “La bambinaia francese”, libro che non ha mai finito.

Lei sembra proprio negata per la lettura perché dopo dieci minuti che si mette a leggere si addormenta o le viene mal di testa.

Io sono tutto il contrario.

Mi è capitato a volte di leggere per una giornata intera, come mi piacerebbe fare adesso se non dovessi finire i compiti. Beh, qualcuno potrebbe pensare che mi sia venuto un mal di testa terribile, e invece no. In compenso però ho dovuto riposarmi un bel po’ perché ero stanca come se avessi lavorato fisicamente per otto ore di fila. Non pensavo che leggere “succhiasse” tanta energia.

Altre volte mi capita un cosa piuttosto comune ma che mi innervosisce da morire, inizio a leggere un capitolo e quando lo finisco sento che ho ancora voglia di leggere e così vado avanti, poi dopo due pagine circa sento che gli occhi iniziano ad affaticarsi. A quel punto mi tocca smettere perché altrimenti non capirei più niente di ciò che leggo, anche se però ho ancora voglia di leggere.

Una delle mie abitudini è di fermarsi quando arrivo alla fine di un capitolo. Questo mi aiuta, in primo luogo, a rielaborare ciò che ho letto per collegarlo al resto della storia, in secondo luogo a fissarlo bene nella mia mente e come terza e ultima cosa, per riposarmi gli occhi e il collo, soprattutto se il capitolo che ho letto era piuttosto lungo.

Per me leggere significa entrare in nuovi mondi e fare la conoscenza di persone o animali con cui condividerò gioie e dolori.

La lettura è un’attività che mi permette di conoscere parole nuove che poi mi diverto a usare per “impreziosire” i miei testi o la mia parlata. Spesso uso termini di cui mai cugina, che ha ben tre anni più di me, non conosce nemmeno l’esistenza. Oppure prendo intere frasi, che mi sono rimaste impresse, direttamente dal libro. Ma a volte esse vengono usate in presenza di re o personaggi altolocati e così, pronunciate da me in una situazione comune, sembrano quasi ridicole.

Io e Greta amiamo parlare tra di noi con parole prese dai libri, ci diverte. Oppure ci piace ripetere le formule “magiche” che, per esempio, si possono trovare nei libri di Harry Potter (che peraltro io odio) o in “Eragon”, “Eldest” e “Brisingr”. Così quando io e lei ci incontriamo, cogliamo l’occasione per aggiornarci sulle parole nuove che abbiamo scoperto continuando la nostra lettura. Anche perché, se lo facessimo in presenza di un’altra persona, ci prenderebbe per pazze.

Io, come ogni altro buon lettore sulla faccia della terra, ho gusti ben precisi in fatto di libri.

Il mio genere preferito è il fantasy, seguito a ruota dai romanzi rosa e dai diari di adolescenti. Mi piacciono abbastanza i gialli, soprattutto di Agata Christie. Ho un odio profondo per la fantascienza, anche se non odio la fantascienza in generale, ma solo quei libri che parlano di alieni, astronavi, e cose del genere. Per esempio, in passato ho letto un libro fantascientifico e l’ho trovato molto interessante. Penso comunque che questo genere di libri sia privo di emozioni e sentimenti, limitandosi a narrare fatti a volte reali e a volte inventati. Tra tutti questi generi, però, ho tralasciato l’avventura e l’horror. L’horror mi piace e mi avventurerei anche nella lettura di un libro di questo genere, se non fosse per il fatto che dopo avrei una paura matta a girare da sola per casa, temendo di veder comparire un mostro pronto a ridurmi in cubetti piccoli piccoli. Il genere avventura non l’ho mai sperimentato anche se so che nei fantasy che si rispettino l’avventura c’è sempre.

La cosa che proprio non mi piace soni i romanzi brevi, quelli che hanno sì e no 80 pagine. Non ho nulla contro di loro, è solo che mi sembra impossibile riuscire ad appassionarsi ad una storia così breve. Questo, non perché la storia non sia bella ed interessante ma perché, in così poche pagine, non viene descritta come dovrebbe e non si fa in tempo ad affezionarsi ai personaggi.

Poi, la cosa a cui non potrei mai rinunciare è la soddisfazione che si ha quando si finisce di leggere uno di quei tomi da 800 e più pagine, è come un puzzle, più pezzi hai, più ti diverti.

Prima di riprendere la lettura, mi piace scorrere le pagine che mi mancano e andare a leggere i titoli dei capitoli, così mantengo vivo il desiderio di continuare.

Una cosa di cui sono fermamente convinta è che più i libri sono pesanti più mi riservano sorprese e grandi emozioni.

A questo punto, per concludere, voglio dire che leggere aiuta a rilassarsi e a staccarsi dalla realtà.

Consiglio a tutti da provare a calarsi nei personaggi così tanto da amare, soffrire e vivere con loro, come un’unica persona.

Sé mor’ranr ono finna.

Che tu possa trovare la pace (tratto da “Eldest”).